Pupi Avati fuori dal cinema italiano

di Massimiliano Perrotta

PUPI AVATI fuori dal cinema italiano

di Massimiliano Perrotta

94 pp.

13,00 euro

Isbn 979 12800 23 780

Pupi Avati è fuori dal cinema italiano per una ontologica estraneità agli schemi culturali che nell’ultimo mezzo secolo lo hanno dominato: non ha fede nella storia, non crede nel progresso, non lotta contro il potere, non gli interessano i temi sociali, non si batte per le nobili cause, non vuole denunciare nulla, non racconta la crisi dell’Occidente, non segue le mode, non ostenta citazioni, non è laico. Per la stessa ragione il cinema italiano ama poco Pupi Avati: lo tratta con condiscendenza, premia raramente i suoi film, fatica a riconoscergli lo status di autore con la a maiuscola. Eppure pochi registi italiani sono autori quanto lui, ogni suo film – riuscito o no che sia – ha una inconfondibile cifra stilistica e una personale chiave di lettura del mondo. Nella sciatteria generalizzata del cinema italiano odierno, suona paradossale che Pupi Avati non venga acclamato come il piccolo grande maestro che è. Pubblicato in otto puntate sull’Huffington Post, questo pamphlet sogna di avviare – a livello artistico, culturale, politico – una revisione critica radicale degli ultimi decenni. Il cinema di Pupi Avati non va rivalutato o sdoganato: va letto con occhi vergini, con occhi postnovecenteschi, con gli occhi di domani.

Massimiliano Perrotta è nato a Catania nel 1974 e vive a Roma. Regista, scrittore, critico culturale sull’Huffington Post, ha pubblicato le raccolte poetiche Riva occidentale (Sikeliana, 2017) e Dopoguerra (Torri del Vento Edizioni, 2020); il libro di racconti L’aria del tempo (Torri del Vento Edizioni, 2022); le opere teatrali Cornelia Battistini o del fighettismo (La Cantinella, 2006), Hammamet (Sikeliana, 2010, Premio Giacomo Matteotti della Presidenza del Consiglio dei Ministri), Masino Scacciapensieri (Torri del Vento Edizioni, 2019).

Pupi Avati, ottobre 2024

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