Fabbricazione del vino senza uva
di Geminiano Grimelli
Metodo sperimentato per la
FABBRICAZIONE DEL VINO SENZA UVA
e simile a quello dell’uva
di Geminiano Grimelli
Isbn 979 12800 23 629
40 pp.
8,00 euro
Uscita ottobre 2023
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Metodo pratico per fare vino senza uva e perfettamente simile a quello dell’uva.
Copia anastatica dell’originale del 1854.
Immaginereste mai di recarvi all’enoteca e ordinare un vino senza uva? Forse qualche fantasioso riuscirà nell’impresa, i tradizionalisti faranno più fatica. Ma in questo caso l’immaginazione è stata trasformata in realtà nel 1854 dal Modenese Prof. Grimelli che inventò la ricetta popolare del vino perpetuo: un metodo di produzione che alterna “svinature e rivinature metodiche” per poter soddisfare i bisogni più ordinari, ma anche rifornire armate e cittadelle “risparmiando la farragine immensa di magazzini e depositi vinarii liquidi”.
Geminiano Grimelli nacque il 31 gennaio 1802 a Carpi, presso Modena, ove compì i primi studi. Trasferitosi poi nel capoluogo, vi frequentò il liceo e s’iscrisse alla facoltà medica dell’Università, ove fu allievo, fra gli altri, di P. Ruffini. Si laureò nel 1824 e, dopo un viaggio di istruzione durato 3 anni, intraprese l’esercizio della professione nella natia Carpi dapprima come medico condotto, poi come direttore nel locale nosocomio. Nel 1829 ottenne l’incarico di istituzioni patologiche nell’Università modenese, disciplina di cui divenne titolare, succedendo ad A. Bazzani. Coinvolto nei moti del 1848, ricevette dal governo provvisorio dell’Emilia la carica di delegato alla Pubblica Istruzione. Dopo aver abbandonato l’insegnamento ed essere riparato a Bologna in seguito alla restaurazione del governo estense, nel 1849 fece ritorno a Modena, ove presentò inutilmente alle autorità ducali reiterate richieste volte a ottenere una pensione. Nel giugno 1859 il dittatore L.C. Farini lo chiamò alla direzione del ministero della Pubblica Istruzione, dando così inizio al suo percorso politico: delegato nello stesso anno all’Assemblea nazionale sovrana delle Provincie modenesi per il VII collegio di Modena, nel 1860, dopo l’annessione al Regno di Sardegna, il G. fu eletto per la VII legislatura nel collegio di Carpi e si trasferì a Torino. Intanto era stato eletto rettore dell’Università di Modena il 10 dic. 1859, carica che conservò fino al 24 maggio 1861, e nello stesso 1859 era divenuto presidente dell’Accademia reale di Modena di scienze, lettere ed arti. Nel 1860 si recò in Liguria, ove ebbe modo di studiare la lebbra endemica che infieriva a Nizza e nel territorio circostante, quindi nel 1862 tornò definitivamente a Modena e si ritirò a vita privata.
Autore di numerosi studi e memorie, il G. dette alle stampe vari volumi e articoli scientifici, tra i quali meritano una particolare menzione quelli riguardanti i fenomeni elettrici osservabili negli organismi animali. Studioso del galvanismo e delle opere del Galvani (Collezione delle opere del professore Luigi Galvani,ossia opere edite ed inedite… raccolte e pubblicate per cura dell’Accademia delle scienze dell’Istituto di Bologna, in Giornale letterario scientifico modenese, IV [1841], pp. 309-316; Documento importante offerto all’annotatoredella collezione galvaniana, ibid., V [1842], pp. 211-226; Argomento sperimentaleesposto all’autore della giunta alla collezione galvaniana, ibid., pp. 337-355; Disamina sul galvanismo, in Novi Commentarii Academiae scientiarum Instituti Bononiensis, X [1849], pp. 1-193, opera questa dedicata al presidente dell’Accademia bolognese S. Gherardi, premiata dall’Accademia stessa; Intorno all’originale scoperta dell’elettromotore voltaico, in L’Indicatore modenese, II [1852], pp. 83-85, lettera diretta a L. Foucault; Lettera elettro-fisiologica con cenno intorno almagnetismo animale, ibid., pp. 394-396, diretta a fra Filippo Linati di Parma), nelle tre parti del libro Osservazioni ed esperienze elettro-fisiologiche dirette ad instituire la elettricità medica (Modena 1839), descrisse i fenomeni elettrofisiologici osservabili negli esseri viventi sui quali sia stata fatta agire una elettricità estrinseca, i fenomeni collegati con l’elettricità intrinseca animale e quelli che straordinariamente si osservano negli organismi animali, quali la luminescenza e la fosforescenza. Con ricerche sperimentali condotte sulla rana il G. esaminò i fenomeni bioelettrici che si producono a carico del sistema nerveomuscolare volontario e involontario, dei parenchimi e degli umori, impiegando anche metodi personali: ideò infatti un originale artificio per ottenere le contrazioni di apertura nel circuito nerveomuscolare, consistente nello stabilire un contatto immediato tra le sezioni trasversali del nervo crurale e del muscolo corrispondente (si vedano in proposito le lettere indirizzate a G.B. Amici e a M. Bufalini: Intornoalle contrazioni che produconsi nell’atto del chiudere nonché in quello di aprireil circuito prettamente nerveo-musculare della rana, in Nuovi Annali delle scienze naturali, V [1843], 10, pp. 94-103; Intorno alle contrazioni che ottengonsi negli atti di chiudere e di aprire il circuito composto per l’una parte di tessutinerveo-musculari, per l’altra di un sistema elettromotore idrometallico, ibid., pp. 104-128).
Tra le numerose altre pubblicazioni del G. meritano di essere ricordate quelle inerenti ad alcuni argomenti di patologia (Patologia dei classici antichi e moderni costituente la dottrina fondamentale della pratica medica, Modena 1838; Sopra ilmetodo antisifilitico di Jacopo Berengario Carpi detto comunemente Berengario daCarpi, in Memorie della R. Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena, II [1858], sez. scienze, pp. 322-358), le lettere indirizzate a P. Fario su particolari caratteristiche dell’iride (Intorno alle injezioni specialmente dell’iride, in Giornale letterario scientifico modenese, III [1840], pp. 51-55; Intorno all’iride, ibid., pp. 131-140; Intorno ad alcuni argomenti relativi all’iride e alla visione, ibid., pp. 204-220; Intorno alle malattie dell’iride, ibid., pp. 280-289, IV [1841], pp. 297-308; V [1842], pp. 102-112) e quelle a F. Selmi (Lettere chimico-mediche, ibid., pp. 450-459, VI [1843], pp. 54-66, 121-127), due articoli di carattere sperimentale (Articolo nevrologico sperimentale. Intorno alla funzione sensoria e motrice dei nervi intercostali o trisplancnici sperimentalmente dimostrata inparticolare relazione e corrispondenza coll’apparato encefalico, ossia coll’asse cerebro-spinale, ibid., pp. 136-145; Articolo sperimentale nevrologico e miologico. Intorno alle irritazioni del cervello e del midollo spinale, dei cordoni nervosi e deitessuti musculari, osservate in corrispondenza delle contrazioni di flessione, e diestensione degli arti negli animali così a sangue freddo come a sangue caldo, ibid., pp. 272-284) e, a dimostrazione della varietà dei suoi interessi e dell’eclettismo della sua cultura, due scritti sull’elettrometallurgia (Storia scientifica ed artistica dell’elettrometallurgia originale italiana. Con un saggio teorico pratico dielettrometallurgia piana e solida, Modena 1844; Elettrodoratura italiana discopertae pubblicata dal professore L. Brugnatelli fra il 1802 e il 1805, richiamata ed estesa dal professore G. Grimelli tra il 1843 e il 1844, confermata e ripetuta daichimici modenesi F. Selmi e G. Giorgini, in Giornale letterario scientifico modenese, VII [1844], pp. 129-146). Morì a Modena il 2 febbraio 1878.
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