Promozione sconto 25% volume “La mia dolce vita”

fino al 31 dicembre 2015

25% DI SCONTO*

FINO AL 31 DICEMBRE 2015

SUL LIBRO “LA MIA DOLCE VITA”

di Osvaldo De Micheli

Per ordinarlo: Invia una email a: ordini@edizionisabinae.com con l’indirizzo di spedizione e il tuo nome.

Pagamento: bonifico bancario anticipato o carta di credito (Paypal)

* spese di spedizione gratuite in Italia

promozione de micheli

 

La dolce vita di Osvaldo De Micheli

Tutto il “suo” cinema in un libro

Roma, 6 aprile (Fr. Palm.) – Una vita segnata dal clima irripetibile della “dolce vita” e dal cinema al quale ha dedicato una passione e una storia di grande professionalità ma anche la leggerezza di un grande divertimento. E’ quella che, al giro di boa di un compleanno importante soprattutto con la professione, Osvaldo De Micheli – l’uomo che ha “lanciato” oltre duemila film lavorando con le grandi firme e tanti giovani del cinema italiano – racconta nel libro La mia dolce vita. Il grande cinema da Fellini a Troisi e Benigni (Edizioni Sabinae, in libreria dall’11 Aprile), una storia scritta con la collaborazione di Paolo Di Reda (e la complicità della moglie Etta), presentato alla Casa del Cinema dall’autore con Laura Delli Colli, Tonino Pinto e, naturalmente, insieme a Di Reda.

De Micheli, che ha iniziato la sua carriera come capo ufficio stampa alla Cineriz (proprio sul set de La Dolce Vita di Fellini) è considerato il creativo numero uno del nostro cinema, essendo stato il responsabile dell’ufficio marketing della Rizzoli Film e avendo poi curato anche la pubblicità di grandi distribuzioni come Penta Film e Cecchi Gori Group. Oltre che al fianco di Fellini De Micheli lavorato con i più grandi: da Luchino Visconti a Pietro Germi, da Francesco Rosi a Marco Ferreri, da Giuseppe Tornatore a Massimo Troisi, da Gabriele Salvatores a Carlo Verdone e Roberto Benigni, in un rapporto di complicità e di grande amicizia anche con molti attori: Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Paolo Villaggio, Monica Vitti ma anche Massimo Troisi e Roberto Benigni.

Ed ecco i racconti, nelle pagine del libro ma anche in un pomeriggio romano affollato di protagonisti di quest’avventurosa “controstoria” del cinema raccontata da De Micheli da quando “passerellava” giovanissimo con emozione a Via Veneto ad oggi, ancora sulla breccia come ideologo e supporter del marketing senza il quale il cinema non arriva al pubblico. “Certo, all’epoca de La dolce vita sembrava davvero di essere in un altro mondo. Dall’Harris Bar all’edicola di fronte all’Excelsior (quella del Conte Max) c’era ovunque gente famosa… il re Farouk aveva un tavolo riservato e c’era, ad ogni ora del giorno, un irripetibile passaggio di eleganza e di bellezza. Avevo una sola camicia bianca, ma era di Battistoni che mia madre lavava e stirava continuamente perché riuscissi a metterla ogni giorno. Sì, quella via era un sogno. Anzi, proprio come un set”.

Sempre sul filo dell’ironia, nelle pagine scorrono gli aneddoti e i ricordi: “Il cinema, da ragazzo, lo vedevo nelle sale, certo non pensavo che lo avrei fatto anch’io. Facevo il giornalista sportivo, praticante al Corriere dello Sport. In redazione, un giorno squillò un telefono, in un tavolo lontano dal mio. La redazione era vuota, così risposi io e quella telefonata mi cambiò la vita. Chiamavano da un set, cercando un esperto di pallacanestro: servivano d’urgenza 120 righe di radiocronaca da improvvisare per il film Femmine tre volte. Spudoratamente decisi di propormi, ‘Le mandiamo subito una macchina’, mi dissero. Andò benissimo e da lì cambiò il mio destino. Certo ho avuto fortuna, ma proprio in quel momento, ho capito che si può fare strada anche governando l’imprevedibilità”.

Una strada che ha incrociato quella di Federico Fellini, accompagnandolo durante le riprese de La Dolce Vita (“doveva intitolarsi Il dolce far niente”) con cui condivideva la voglia di sapersi divertire anche fuori dal set. E poi il lungo rapporto con Angelo Rizzoli (“Il ‘commenda’ mi chiamava ‘il ragazzino’, iniziai facendo l’assistente”, dice De Micheli), fino alla sua scomparsa, nel ’70, e all’arrivo di suo figlio Andrea. Poi la collaborazione e e l’amicizia con i grandi del disegno: da Renato Casaro a Gigi De Santis: “Casaro è magnifico. Quanto a Gigi –complice di una storia come lo stampatore Pino Petrollo – è stato davvero più grande grafico di tutti, per il cinema – afferma – Inventava cose che non c’erano, come l’impaginazione a bandiera.”

Ed ecco un aneddoto gustoso: “Raccontai a Fellini, per Otto e mezzo che avevo trovato una magnifica idea di un grafico cecoslovacco, un artista che doveva restare sconosciuto, perché all’epoca della cortina di ferro non avrebbe potuto presentarsi né lavorare in Italia. Federico ne fu entusiasta. Svelai la sua identità solo molti anni dopo ai Longardi, i suoi storici press agent!”.

Molti i racconti legati, ai personaggi: a Marcello Mastroianni, conosciuto in una piccola società, da ragazzi, quando faceva il contabile, lo legava la complicità di questo piccolo “segreto”. O a Massimo Troisi, di cui De Micheli parla forse con il rimpianto di non aver saputo “lanciare” al meglio Il postino, il suo ultimo film (“Il manifesto risente proprio di quella sua malinconia, uno sguardo che non dimentico, mentre girava e sentiva, forse, dentro di sè che qualcosa stava finendo”). E ancora, con un personaggio spigoloso e chiuso come Pietro Germi (“Conquistai la sua confidenza grazie a una questione di segno zodiacale: era Vergine come me”).

Tra gli altri ricordi che scorrono nel libro, l’aneddoto esilarante sulla moglie Etta: la testa in un lago di sangue sul celebre manifesto di Profondo rosso è la sua. Poi le frasi di lancio, da Il vigile a Otto e mezzo, da Boccaccio 70 a Deserto rosso, da Vedo nudo a L’anatra all’arancia. “Le scrivevo sempre all’ultimo minuto, forse proprio il pressing mi dava forza di crearle a volo”.

Senza dimenticare, infine, l’esperienza ai festival, in particolare a Taormina, quando spuntarono i primi red carpet e “Il cinema italiano era anche festa e pura goliardia, accanto a vecchi amici come Ciccio Alessi, Carlo Balestrazzi (il grande amico concorrente alla guida della promozione Titanus), Mario Natale. In quel cinema si lavorava sodo ma ci si poteva divertire perché le cose andavano bene. Oggi, con un’Italia che soffre, tutto ciò non sarebbe possibile”.

articolo proveniente da: http://www.cinegiornalisti.com/magazineonlinevisualizza_new.asp?id=6006

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

promozione de micheli

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.

*