Il venditore di fumo

di Gian Gaspare Napolitano

Il Teatro degli Indipendenti, primo teatro sperimentale italiano nacque nel 1921 con i lavori di ristrutturazione dei fondaci dei Palazzi Tittoni e Vassalli situati sul declino del Colle Quirinale nelle zone limitate da Via Rasella, Quattro Fontane, Avignonesi e Piazza Barberini.

Questi fondaci dovevano servire ad Anton Giulio Bragaglia per aprire cinque gallerie per mostre d’arte collegate fra loro. Gli scavi portarono alla scoperta di grandiose terme romane del II° secolo attribuite a Settimio Severo. L’enorme spazio ricavato rese possibile la costruzione del famoso Teatro degli Indipendenti su progetto di Virgilio Marchi, e di una buvette dove gli artisti e frequentatori della Casa d’Arte Bragaglia si ritrovavano a mangiare dopo lo spettacolo un rituale piatto di spaghetti offerto da Carlo Ludovico Bragaglia.

Il Teatro degli Indipendenti che si apriva su Via degli Avignonesi, era un teatro sperimentale d’Arte…

GIAN GASPARE NAPOLITANO - Giornalista e scrittore, nato a Palermo il 30 aprile 1907 e morto a Roma il 5 gennaio 1966. Dopo la laurea in scienze politiche, iniziò la collaborazione alla rivista “Novecento” di Bontempelli e, poco più che ventenne, esordì con una commedia poetica ed audace “Il venditore di fumo”, alla quale seguì il romanzo “ Scoperta dell’America” del 1929, un libro di viaggi immaginari che gli valse un premio letterario. Collaborò ai quotidiani “Il Giornale di Abruzzo e Molise”,  al “Giornale d’Italia”, “Il Messaggero”, “Il Giorno” e  al “Corriere della sera”. Nel 1936 fu notato da Ermanno Amicucci, direttore della “Gazzetta del Popolo” di Torino e per lui iniziò una lunga carriera di corrispondente che lo condusse in giro per il mondo.  Ha lasciato memorabili corrispondenze di guerra dall’Etiopia, dalla Spagna, dalla Libia, dall’Albania. Realizzò numerosi servizi per la televisione, tra cui quelli sulle antichità Maya in Messico, sulla comunità degli italo-americani di Little Italy a New York, sui capi dei nuovi Stati dell’Africa libera. Tra le altre opere si ricordano: “Giro del mondo” (Bompiani, 1933); “Oh, felicità”  del 1933, “Troppo grano sotto lo neve” e “La Mariposa” (Vallecchi, 1935), “Il figlio del capitano”  (Mondadori, 1958) e postuma “Un colpo di luna” (Bompiani, 1967). Svolse anche un’intensa attività cinematografica come soggettista e sceneggiatore; si ricordano film come “Passaporto rosso” del 1935, sul tema degli emigrati italiani in Canadà; “Sentinelle di bronzo” del 1936, “Los novios de lo muerte” del 1937. Il film-documentario del 1952 “Magia verde”, su un viaggio compiuto nell’America del Sud, di cui fu anche regista, e che ricevette il primo premio al Festival di Cannes e l’Orso di bronzo al Festival di Berlino. L’ultimo film di cui fu soggettista e regista, fu “Tam tam mayumbe”, girato nell’Africa equatoriale nel 1956. 

Grazie all’impegno della figlia Giovanna è stato creato presso la Biblioteca Statale Antonio Baldini di Roma il Fondo Gian Gaspare Napolitano. Anche in seguito a questa iniziativa rivolta agli studiosi e ricercatori è stato riscoperto e tradotto in inglese il romanzo “In guerra con gli scozzesi” dal professore Ian Campbell dell’Università di Dublino con il titolo “To war with the black watch” (Birlinn Limited, 2007).

Prezzo: € 11,50
Dati: Giugno 2008 118 pp. ill.
ISBN 978-88-903473-6-8

Oridina

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