Titanus, cronaca familiare del cinema italiano
a cura di S.M. Germani, S. Starace e R. Turigliatto
TITANUS Cronaca familiare del cinema italiano
a cura di: Sergio M. Germani, Simone Starace, Roberto Turigliatto
Coedizione Centro Sperimentale di Cinematografia e Edizioni Sabinae
Isbn 978 88 98623 136
440 pp.; illustrato
italiano/inglese
Euro 25,00
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Casa di produzione cui la famiglia Lombardo ha dato vita e forma, la galassia Titanus oltrepassa i confini dettati dai suoi presidenti e non si lascia riassumere in una definizione, tantomeno in un film. Il suo essere al contempo il risultato di una volontà precisa e il precipitato di un insieme di opportunità, accolte di volta in volta, fa della sua storia uno splendido prisma attraverso cui leggere il cinema italiano. Questo è il desiderio che ha mosso il Festival del film Locarno a intraprendere l’impresa di riassumere una delle più grandi “fabbriche di sogni” in un insieme di titoli che da soli ne raccontano la ricchezza. A fianco della proposta retrospettiva ci è sembrato ugualmente importante proporre non tanto un percorso ragionato e concentrico, ma un insieme di suggestioni, di riflessioni e di materiali capaci di allargarne le prospettive. Così, ad esempio, nella ricca e articolata cronologia che accompagna questo libro si vede scorrere l’elenco impressionante di registi, attori, sceneggiatori i cui film sono stati lanciati dal famoso “scudo” luccicante. Dai viaggi, le azioni, i contratti e gli incontri di Lombardo padre e Lombardo figlio, emerge una storia diversa del cinema italiano, dove più che le genealogie dominanti contano i passaggi di consegne, le discontinuità tra pratiche alte e basse, la riscoperta di alcuni generi come luoghi fondatori dell’identità di un popolo. L’osmosi tra arte e società è l’asse su cui la Titanus più ha operato: i melodrammi di Raffaello Matarazzo, le commedie di Dino Risi, o ancora i “musicarelli” – per non citare che alcuni modelli forti – hanno contribuito a formare un’identità nazionale di cui il cinema è stato matrice e specchio. In questa direzione “il cinema Titanus” è fin dal suo esordio plurale e poliedrico, la casa di produzione nata a Napoli opera seguendo più linee, talvolta in contrasto tra loro. Immagine di un territorio da sempre diviso nelle sue culture e nei suoi linguaggi, la Titanus prende il via in un contesto geografico e culturale ben preciso per allargarsi subito, procedendo per innesti e trapianti. Come bene emerge dai vari saggi che compongono il presente volume, leggere la storia del cinema italiano attraverso questa prospettiva significa mettere in luce piste non sempre illuminate a dovere dalla critica: l’arte di Valerio Zurlini ha più spazio di quella di Roberto Rossellini, l’opera di Matarazzo o di Alberto Lattuada prevale sui film di Federico Fellini o di Michelangelo Antonioni.
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